Il mare...

... finalmente ieri sono andata al mare. Anche se non era il _mio_ mare; mi manca il mare. Sono nata in un paesino del lodigiano, ho vissuto sempre al nord, ma il mare ce l'ho nel sangue e una volta all'anno almeno devo vederlo, sentirlo, respirarlo, toccarlo.
Per me il mare è istinto, forza, vita, morte; separa e unisce, allaccia e scioglie: è l'abbraccio materno del liquido amniotico, è la dissolvenza della carne nella materia che eravamo prima di essere. Mi chiama, il mare, soprattutto quando è agitato e libera le sue onde ammaliatrici. Se non fossi nata in questa forma avrei voluto essere una creatura del mare oppure una dell'aria, per poterlo vedere, sfiorare.

Quando penso al mare, mi vengono in mente 2 film: uno l'ho visto da bambina. Si chiama "La ragazza di Trieste" ed è interpretato da Ornella Muti e Ben Gazzara; lei è una ragazza malata e misteriosa, incomprensibile e affascinante, proprio come il mare; lui nutre una passione morbosa per lei, non credo sia amore. Non ricordo tutta la storia e probabilmente non l'ho compresa fino in fondo, visto che avevo 10 anni, eppure la scena finale la ricordo benissimo. Perché c'è il mare che chiama a sé con voce suadente una delle sue figlie, per sempre.
L'altro film è "The piano". Ciò che ricordo più spesso è senz'altro lo splendido tuffo di Holly Hunter nel mare. Lei si butta, con quella sua gonna ampia, scura, che si apre come un paracadute, si butta per uccidere una parte di lei, il piano, la sua "parola" per anni, e riemerge per ridare vita a un'altra donna, che ama attraverso un'altro piano, altre "parole".
Dice:
"Di notte penso al mio pianoforte nel profondo dell'oceano. E a volte penso anche a me, sospesa sopra di esso...là sotto è tutto così fermo, così silenzioso, che mi concilia il sonno... è una strana ninna nanna, ma è così. Ed è mia. C'è un grande silensio, dove non c'è mai stato suono. C'è un grande silenzio dove suono non può esserci. Nella fredda tomba del profondo mare."

Una visione un po' cupa, ancestrale del mare, lo so. Ma il mare ti stupisce e a volte semplicemente suona, risuona dolcemente. A volte non parla o non riusciamo a sentirlo, a volte lascia ad altri la parola, come ieri. Ieri non non aveva molto da dire, allora ho prestato gli occhi ai piedi, per vedere com'era la spiaggia vista da lì e per far riposare le mani, prima che si rimettano all'opera.

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