'A purpetta, gioia mia...

... è 'na cosa ca ti ricria.
(sic dicit Mario* e sic traduzco dal calabrese: "la polpetta, gioia mia, è una cosa che ti rigenera").
Non so voi, ma dopo un periodo in cui avevo praticamente demonizzato tutte le fritture, la polpetta, come genere, ha avuto il merito di riavvicinarmi a questa tecnica di cottura che sicuramente presenta delle difficoltà e, se non viene realizzata a regola d'arte (cioè con l'olio giusto nella quantità giusta, e con la temperatura giusta), rischia di creare dei "mostri" culinari
di difficile digeribilità.

Ademas, di carne, di verdura, di legumi, di pesce, le polpette, che tra l'altro non sempre vengono fritte, hanno poi il grande pregio di piacere praticamente a tutti, dagli adulti più sofisticati ai bambini che non sopportano la vista di vegetali, o di carne o di pesce nel piatto... perché mai?
Perché nella polpetta potete mettere praticamente di tutto!!!!!, a patto - certo - che sia di qualità; in altre parole, con la polpetta potete gabbare grandi e piccini utilizzando materie prime poco gradite a quei palati. Così, in un mare di polpette di manzo, di maiale, di pollo, di merluzzo, di tonno, di patate, di melanzane, di ceci, di lenticchie e chi più ne ha più ne metta, perchè non fare un po' di spazio allo spesso inviso cavolfiore?
Bistrattato per il suo odore e considerato, come gli altri cavoli, alimento poverissimo, destinato a sciogliersi in minestre maleodoranti, si tratta in realtà di una verdura dal gusto morbido e versatile, dolce, ma non troppo, che ben si adatta a più preparazioni.
Il compagno ideale dell'ennesima proposta di polpette che posto nonostante i gradi, perché tanto, fredde, sono ancora più buone:-)

Polpette di cavolfiore in salsa

1 cavolfiore
2 uova
40 g di pecorino
1 ciuffo di prezzemolo
20 g di pangrattato
olio d'oliva per friggere
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 spicchio d'aglio
4 filetti di acciuga
300 g di polpa di pomodoro
40 g di mandorle tostate
sale

Mondate e dividete in cimette il cavolfiore, quindi lessatelo in acqua bollente salata per 10 minuti, scolatelo, lasciatelo intiepidire e frullatelo con 2 uova, il pecorino, il prezzemolo tritato e un pizzico di sale. Formate con il composto ottenuto tante polpette grandi come una noce, passatele velocemente nel pangrattato e friggetele in abbondante olio d'oliva bollente, scolandole, a mano a mano, su carta assorbente da cucina.

A parte, in una padella scaldate l'olio con lo spicchio d'aglio sbucciato e leggermente schiacciato, quindi stemperatevi con una forchetta i filetti di acciuga, aggiungete la polpa di pomodoro, mezzo bicchiere d'acqua calda e cuocete per circa 20 minuti, regolando di sale solo a fine cottura. A questo punto, unite le polpette, spolverizzate con le mandorle, precedentemente tostate, e lasciate insaporire per altro 3 minuti a fuoco medio. Coprite, spegnete e fate intiepidire così prima di servire con del buon pane casereccio.


*Mario è un'istituzione, un paradigma etnico; il liet motiv delle mie incursioni gastronomiche nella mia terra di origine. Mario gode della buona tavola e può metterci anche mezz'ora a mangiare un'arancia. Se ci mette meno, probabilmente l'arancia non è buona e l'ha mollata sul piatto...per questo ci mette tanto...:-))

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