L'ora del caffè

L'ora del caffè è quella classica ora, dopo un pranzo più o meno ricco, in cui uno sente proprio il bisogno di prendersi una pausa, bere qualcosa di caldo e confortante prima di affrontare il pomeriggio, la parte finale della giornata (la coda, diceva mia nonna, è la parte più dura da "scurciare", cioè scorticare...).
Premesso: da prevedibile meridionale, sono caffeinomane e se devo scegliere tra una tazzina di moka fumante e, per esempio, una tazza di tè, non esito e mi butto sulla prima, perciò io la mia pausa corroborante me la passo col caffè, sin duda.
Ma non "con un caffè", bensì "col caffè come dico io": bevo solo arabica (possibilmente africana, altrimenti del centro America), perché la robusta non mi piace, è troppo carica di caffeina e si fa fatica a percepire gli aromi, anche nelle miscele più armoniose che ne contengono una bassa percentuale.
Il caffè per me è fatto con la moka o con la napoletana, l'espresso d'italica intramontabile fama, per quanto vigoroso e più salutare, non mi dà la stessa soddisfazione al palato.
Non lo bevo mai amaro, ma con un cucchiaino di zucchero (il grande Edoardo diceva che la vita era già tanto amara di per se stessa... perché punirci bevendo pure il caffè amaro?); tra l'altro anni fa ho avuto modo di appurare con un esperto che neppure si degusta amaro, perché durante la torrefazione il processo della caramellizzazione degli zuccheri crea una nota amarognola che va compensata almeno con una punta di zucchero in tazza per poter cogliere a pieno tutti gli aromi del caffè stesso (se un calice di vino ne contiene 400, una tazzina di caffè ne conserva caldi caldi almeno 1000!!!).
Forte, avvolgente e profumato come ogni abbraccio dovrebbe essere, il caffè ti fa rinascere, soprattutto quando non c'hai più voglia di continuare a fare quello che stai facendo, e solo il pensiero di ciò che t'aspetta ti fa considerare assai preferibile l'ipotesi, per la verità poco raccomandabile, di andare a barricarti in bagno fino alle 21.
Se poi, tra un sorso e l'altro riesci pure a concederti un dolcetto, magari morbido come questo e naturalmente al caffè, la resurrezione è compiuta con successo. Ma alla fine della giornata ci devi arrivare lo stesso:-)

Dolcetti al cocco e caffè



(per 18 dolcetti)
200 g di farina 0
2 uova
100 g di zucchero
100 g di cocco essiccato
100 g di burro
1 moka da 3 di caffè (Kenia AA)
1 cucchiaino di caffè solubile
1 stecca di cannella
lievito per dolci

Preparate la moka (fuoco basso e coperchio della caffettiera sollevato, quando escono le prime gocce, abbassate il coperchio e mantenete sempre basso il fuoco; zuccherate il caffè direttamente nella moka e lasciatelo così per 1 minuto). Versate il caffè in una tazza dove avrete messo la stecca di cannella divisa in due, mescolate, e immergete in infusione il cocco essiccato, coprite e lasciate così per 15 minuti.

Trascorso questo tempo, battete le uova intere con lo zucchero fino a renderle spumose e chiare, poi incorporatevi la farina setacciata, 2 cucchiaini di lievito e il burro fuso. Amalgamate con cura, infine aggiungete il cocco (dovrebbe aver assorbito tutto il liquido, perciò non strizzatelo) e il caffè solubile. Mescolate ancora e versate l'impasto in pirottini di carta adatti alla cottura in forno. Cuocete i dolcetti a 180 °C per 30 minuti, lasciateli raffreddare e spolverizzateli con zucchero a velo prima di servirli.

NB: potete anche versare l'impasto in uno stampo da plumcake e servire il dolce a fette, ovviamente con una bella tazza di caffè.

Commenti

Anonimo ha detto…
ciao Mariuzza ho fatto i tuoi dolcetti e devo dire che sono davvero buoni....bono il caffè con il cocco!!!
Anonimo ha detto…
Ciao Mariuzza, quelli che mi avevi regalato li ho ocndivisi con i ragazzi del mio gruppo... Ne erano entusiasti! Brava!!! besos y buen viaje, Gius

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