Come si cambia...

Quando ero piccola, fare colazione al mattino per me era un incubo. Mi ricordo che solo l'odore del caffelatte mi faceva venire la nausea (forse perché non sono mai stata una che amava andare a scuola e cominciava ad avere le coliche alle 7 del mattino nella speranza di poter restare a casuccia, nel lettuccio). Dopo aver piagnucolato per 20 minuti e, finalmente, dopo essermi vestita, mi sedevo al tavolo, le gambe penzoloni con le calzamaglie di lana che mi pungevano gambe e cosce, e stavo con le guanciotte poggiate sulle due mani di fronte alla tazza fumante, sperando che mia madre si dimenticasse di me e del latte e delle fette biscottate e del miele, uscisse dalla cucina e mi lasciasse da sola per qualche minuto, giusto il tempo di saltare giù dalla sedia e buttare il latte nel lavandino, tornare al mio posto come se nulla fosse e continuare a lamentarmi per il mal di pancia.
Poi sono passati gli anni e, diciamo sempre con maggiore coscienza, a partire dai tempi del liceo, la colazione è diventata un rito irrinunciabile, forse Il Pasto della giornata... be' dai, a pari merito con La Cena. Comunque, per me oggi non fare colazione è una possibilità assolutamente non contemplata: sono capace di alzarmi anche alle 5 del mattino per farla, se devo prendere un treno o un aereo, e la faccio anche quando la sera prima ho mangiato tardi o tanto.
La mia colazione generalmente si compone di cereali integrali (per dovere), caffè abbondante con poco latte (per piacere) e una coccola dolce (per "sfogo", como dice mi querido giuseppaus) che mi concedo con frequenza quasi quotidiana, vista la quantità di dolci che sforno ultimamente.
Una fetta di crostata o di torta, un dolcetto, un muffin e via, per una nuova giornata. L'altro giorno, parlando proprio di quest'argomento con una mia amica entrata nel tunnel della dieta ipocalorica pre-natalizia (siamo talmente folli, noi donne, da intraprendere una dieta preventiva considerando poi gli eccessi calorici delle feste...), è venuto fuori che, la povera!, fa colazione con un tè al limone e 3 gallette, cioè 3 biscotti secchi.

Che peccato!, mi son detta, che la galletta sia considerata un'ipocalorica alternativa al frollino... bisognerebbe pensare ad una galetta ricca ed energetica per chi, come me, di diete pre o post festa proprio non ne vuole sentire parlare e adora desayunar. Eccole:



Gallette energetiche



300 g di farina
115 g di burro
150 g di zucchero al velo
50 g di cacao amaro
2 cucchiaini di caffè solubile
8 amaretti
latte

Setacciate la farina su un piano di lavoro e impastatela velocemente con il burro freddo a pezzettini utilizzando la punta delle dita. Quando si sarà formato un briciolame, aggiungete gli altri ingredienti secchi, partendo dal cacao, poi il caffè, lo zucchero al velo e infine gli amaretti sbriciolati finissimi.

Mescolate con le mani e incorporate piano il latte (circa 1 tazzina o poco più); prestate attenzione alla consistenza della pasta: appena si compatta, mantenendosi però morbida, fermatevi.

Riponete la pasta a riposare in frigorifero per 20-25 minuti, quind stendetela con il matterello e ricavate dei biscottoni quadrati; disponeteli su una placca rivestita da carta forno e cuoceteli a 170 °C per 25 minuti. Appena sfornati saranno ancora morbidi, ma col raffreddamento assumeranno la croccantezza tipica delle gallette. Golose però.

Commenti

Anonimo ha detto…
Ho appena scoperto il tuo blog: ma queste ricette sono tue? Sei meglio di Neigella :)!

Se per caso volessi venire da me in India e prepararmi qualche galletta io sarei felicissima di ospitarti vita natural durante!

nalis
Mariuzza ha detto…
grazie Nalis,
ci penserò, visto come vanno le cose qui in Italia...
Sì, le ricette sono mie: elucubro, pasticcio, rivedo... mi diverto, insomma.
Beso

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