Che cosa mi mancherà dell'Italia?

Stamattina mi sono chiesta cosa mi mancherà del mio Paese... be', certo i miei affetti e tutte le persone che trattengo nel cuore; i luoghi bellissimi, i profumi mediterranei e incantati, i sapori unici. Non credo, invece, che mi mancheranno certe brutture, certe forzature, la mancanza di civiltà che spopola, lo scarsissimo valore che sembra avere la vita umana, la mancanza di coscienza civile, l'arroganza l'indifferenza, la mancanza di rispetto per le cose. Tutto questo non mi mancherà, ma ho paura che ovunque andrò, nella generalizzata fase di declino che sta vivendo la nostra civiltà, incontrerò comportamenti simili e li riconoscerò subito. E però non è certo per motivi civili, sociali o professionali che me ne vado, bensì per motivi del tutto e profondamente personali. Forse per questo la mia partenza avrà un retrogusto amaro, proprio come certi piatti che mi piacciono tanto.
Ho letto qualche giorno fa su un forum gestito da ragazzi che vivono nella città dove andrò un articolo che mi ha fatto molto riflettere: il moderatore parlava di saudade, cioè di quel sentimento di dolce tristezza che ti coglie quando d'improvviso dopo giorni e mesi esaltanti, passati in un Paese che ti ha stordito con la sua vita, ti scopri d'un colpo "lontano", lontano da una terra, dalla gente, dai colori e dai ritmi che senti profondamenti tuoi... be', che si fa in questi casi? E soprattutto che si fa quando già prima di partire sai che potrebbe finire così? Come in molti momenti della mia vita, non ho risposte. Certe cose devono passare, come la notte, che passa ogni notte.
E passarà anche questa saudade anticipata. Ungaretti diceva che nel suo cuore nessuna croce sarebbe mancata, a significare che ogni perdita avrebbe lasciato un segno, una ferita indelebile e per quelle – per le ferite indelebili – c'è solo la lenta cura del tempo. Per il resto, invece, a ben guardare, c'è sempre una soluzione. I colori saranno diversi ma ugualmente intensi, i luoghi comunque nuovi e quindi affascinanti, i profumi e i sapori verranno rimpiazzati da altri profumi e altri sapori; e se li sentirò meno miei, farò in modo di non perdere le mie radici e le commistioni che mi piacciono tanto...
"Potessero la mie mani scartocciare la luna!"

Mezzelune alla scarola con pomodorini e olio al basilico



Per la pasta:
130 g di farina 00
70 g di semola di grano duro
2 uova

Per il ripieno:
1 cespo di scarola
1 patata
mezza cipolla
peperoncino
capperi sotto sale
olio extravergine
sale

Per il condimento:
20 pomodorini datterino
1 pizzico di zucchero
1 pizzico di peperoncino macinato
sale
1 mazzetto di basilico
olio extravergine

Fate la pasta setacciando su un piano di lavoro le due farine e formando la fontana, quindi impastate con le uova e lavorate l'impasto almeno per 15 minuti prima di raccoglierlo a palla, ungerlo con qualche goccia d'olio e farlo riposare in pellicola per alimenti per 15 minuti a temperatura ambiente (l'impasto di farina e semola è abbastanza consistente, ungerlo con poco olio e farlo riposare serve ad ammorbidirlo e, quindi, a facilitare la stesura della sfoglia).

Nel frattempo, lavate la patata e lessatela in abbondante acqua leggermente salata. A parte, lavate e sfogliate la scarola, quindi tagliatela a listarelle e fatela saltare per 5 minuti a fuoco vivo in poco olio insieme con la cipolla grattugiata, il peperoncino sminuzzato, i capperi precedentemente ben dissalati. Non salate.

Quando l'insalata sarà ammorbidita, toglietela dal fuoco e mescolatela con la patata sbucciata e schiacciata e 50 g di parmigiano reggiano. Provate il composto e solo a questo punto regolate di sale. Tenete da parte.

Riprendete la pasta e tiratela in una sfoglia sottile quindi, utilizzando un tagliapasta tondo del diametro di 10-12 cm, ricavate tanti dischi. Disponete al centro di ogni porzione un cucchiaino del ripieno di patate e scarola, poi chiudete le mezzelune (se necessario, con uno spruzzino inudite i bordi dei dischi per facilitare la chiusura).

Lasciate asciugare la pasta per 15 minuti. Nel frattempo, lavate i pomodorini, divideteli a metà, spolverizzateli con zucchero, sale e peperoncino macinato, irrorate con poco olio e fateli cuocere a 180 °C in forno ventilato per 20-25 minuti.

Lavate il mazzetto di basilico, sfogliatelo e frullatelo con olio extravergine, ottenendo una salsa piuttosto densa.

Portate a bollore abbondante acqua salata e cuocetevi le mezzelune, scolatele e fatele saltare a fuoco vivo in una padella antiaderente con uno o due cucchiaini di salsa al basilico. Completate con il pomodorini al forno e servite subito, ben caldo.

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