Come ti termino la vaniglia...

A chi non capita di preparare dei piatti perché si devono "terminare" delle cose che rimangono e che non si possono tenere più a lungo in dispensa o nel frigorifero? A me capita spessissimo, e così è accaduto anche a proposito di queste tartellette. Generalmente l'alimento che dà il la, cioè quello che fa venire in mente la preparazione, è anche quello principale della ricetta in questione, diciamo il cardine su cui questa si costruisce. Diciamo o diremmo, visto che – in questo caso – l'idea di fare le tartellette è nata dalla volontà di utilizzare, per non sprecare, non l'ingrediente principale, bensì la nota acessoria (oddio, dal mio punto di vista non così accessoria...) che a quell'ingrediente dà il profumo: la vaniglia.
La verità è che già da qualche giorno vedevo stare solo soletto nella sua sottile ampollina di vetro mezzo baccello di vaniglia del Madagascar che mi aveva regalato mia zia Gladys (inspiegabilmente dotata di cannella, vaniglia, zafferano e altre spezie, tutte provenienti dai loro Paesi d'origine, tutte straordinariamente buone e tutte frutto di graditissimi regali). Il resto dei baccelli era già stato impiegato e questo pezzetto languiva, perdendo a mano a mano profumo e fragranza. Così, un po' per spezzare quest'agonia, un po' per aspettare che anche oggi le nuvole passassero veloci sopra i tetti di Bologna, ho cercato un modo per utilizzare il triste superstite.
Mi sono ricordata di aver letto qualche tempo fa la ricetta di una torta di pere in cui la frutta, cotta e aromatizzata con la vaniglia, veniva racchiusa in due dischi di pasta frolla insieme con una crema di burro e mandorle. Però non avevo le mandorle...
Alla fine, le mandorle sono state rimpiazzate da amaretti secchi sbriciolati finemente e la torta è diventata tartelletta, non chiusa ma decorata con strisce di pasta. E la vaniglia ha trovato il suo degno compimento...

Tartellette di pera



Per il ripieno:
120 g di uova pesate
120 g di burro
120 g di zucchero a velo
100 g di amaretti
3 pere kaiser
mezzo baccello di vaniglia
2 cucchiai di zucchero

Per la frolla:
200 g di farina
90 g di burro
1 uovo
3 cucchiai di zucchero di canna

Lavate e asciugate le pere senza sbucciarle né privarle del picciolo, quindi disponetele in piedi in una casseruola capiente e copritele fino a metà con dell'acqua. Aggiungete il mezzo baccello di vaniglia diviso in due in senso longitudinale e 2 cucchiai di zucchero. Accendete il fuoco e lasciate cuocere le pere fino a che saranno morbide ma sode (ci vorranno circa 30 minuti).
Spegnete, scolate le pere con una schiumarola e lasciatele raffreddare su un tagliere. (ho tenuto da parte l'acqua di cottura perché è profumatissima e buonissima... troverò sicuramente un modo per utilizzarla...)

Fate la pasta frolla impastando con la punta delle dita la farina con il burro freddo a pezzettini. Quando avrete ottenuto un briciolame, aggiungete lo zucchero e l'uovo. Mescolate velocemente fino a che l'impasto si accorpi, quindi avvolgete in pellicola per alimenti e lasciate riposare in frigorifero per 30 minuti.

In una ciotola lavorate a crema il burro morbido con lo zucchero a velo, poi incorporate gli amaretti sbriciolati finissimi e le uova intere pesate (per ottenere 120 g ce ne vorranno circa 3). Amalgamate con cura e tenete da parte.

Componete le tartellette: tirate la pasta ricavando dei dischi coi quali rivestirete degli stampini di circa 15 cm di diametro; versate un po' di crema al burro e amaretti e disponetevi sopra le pere che, ormai fredde, riuscirete facilmente a tagliare a fette per la lunghezza. Aggiungete qualche altra cucchiaiata di crema e ultimate la tartelletta con alcune strisce di pasta frolla.

Cuocete in forno ventilato a 150 °C per 30 minuti. Lasciate raffreddare completamente le tartellette prima di sformarle dagli stampi.

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