Empieza la Semana Santa

Comincia domani, ufficialmente, la semana santa qui a Madrid: io sono arrivata ieri pomeriggio, col mio bel carico di trenta chiletti di roba e, da domani appunto, tutto sarà completamente cerrado fino a venerdì sera, poi una breve apertura sabato mattina e di nuovo chiuso fino a lunedì mattina (qui non fanno la pasquetta!!!!, incredibile perdono un'occasione di fiesta...).
Ho cercato, dopo essermi sistemata alla meno peggio in casa di Rosa, una pintora catalana trapiantata trent'anni fa a Madrid, di fare un po' di spesa e tra una tienda e l'altra ho preso anche qualche informazione sul programma di questi giorni. Un susseguirsi di conciertos de musica sacra, misas y procesiones, insomma un po' come si fa al Sud da noi, ma con uno spirito leggermente meno mesto e penitenziale, o almeno affiancato anche da momenti di timida gioia. Non sono una cattolica praticante, ma credo che almeno qualche processione e sicuramente la tamborrada (una specie di session acustica fatta dalla Confraternita de la Coronación de Espinas di Saragozza) di domenica mattina en Plaza Mayor non li perderò.
Quanto alla parte gastronomica, mi hanno detto che in questi giorni va alla grandissima il baccalà, fatto a frittelle, crocchete o utilizzato come ripieno delle tortillas. Sul fronte dei dolci, ho visto in un paio di pasticcerie delle uova, ma la più diffusa è senz'altro la torrija: pane raffermo ammollato nel latte aromatizzato con cannella o nel vino, poi passato nelle uova e infine fritto e completato con miele o zucchero. In realtà la sua origine riporta al fatto che, durante la quaresima, non era permesso mangiare carne, così si cercava di rendere il più nutriente ed energetico possibile ciò che si aveva a disposizione: l'onnipresente pane. Non l'ho ancora provata, ma sul fronte pasticcero è davvero difficile reggere il confronto con le nostre produzioni e con la nostra varietà...
E della Pasqua italica so già cosa mi mancherà di più: la pastiera!!!!
Simbolo per eccellenza della rinascita, della primavera, la pastiera è profumata e delicata, ricca eppure mai pesante, nauseante; un monumento, bisognerebbe fare, al genio che la creò, altroché... La mia pastiera, in verità, è stata fatta e scattata la scorsa settimana, prima di lasciare Bologna, come regalino pasquale alle mie due coinquiline. Non era la pastiera originale: non avevo la zucca e l'arancia candita, e non avevo neppure la cannella, ma tutto sommato era venuta proprio bene. La farò anche ai miei amici spagnoli, con il riso però, nella versione di più semplice realizzazione che fanno in Molise. Intanto qui trovate la ricetta...


Pastiera napoletana



200 g di strutto
500 g di farina
3 uova
1 limone
180 g di zucchero

400 g di ricotta di pecora
280 g di grano già lessato (in commercio ci sono dei vasetti di grano già lessato e ripassato nel latte proprio per confezionare il dolce: se li comprate non considerate le dosi successive di latte, zucchero e burro)
350 ml di latte
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio di burro
4 uova + 2 tuorli
250 g di zucchero
70 g scorzette di cedro candite
1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio
1 limone

Impastate la farina setacciata con lo strutto e quando avrete ottenuto un briciolame aggiungete la scorza del limone grattugiata, lo zucchero e infine le uova. Impastate velocemente, raccogliete a palla e lasciate riposare in frigorifero per qualche ora.

Nel frattempo, rimette sul fuoco il grano già lessato con il latte e lo zucchero; lasciate sobbollire lentamente fino a quando il composto sarà cremoso e legate con il cucchiaio di burro. Spegnete e lasciate raffreddare completamente.

A parte, passate la ricotta nel setaccio, quindi lavoratela a crema con una spatola, aggiungete lo zucchero e mescolate bene ancora. Incorporate alla crema di ricotta le uova e i tuorli, l'acqua di fiori d'arancio e i canditi di cedro. Amalgamate con cura e aggiungete per ultimo il grano cotto nel latte.

Stendete la frolla e foderatevi uno stampo tondo piuttosto basso, ben imburrato e infarinato. Versate all'interno il ripieno di ricotta e grano, e con la pasta rimanente tagliate delle strisce per chiudere a griglia il dolce.
Cuocete la pastiera nel forno già caldo a 160 ° per 1 ora e mezza, poi lasciatela raffreddare nel forno con lo sportello aperto e conservatela al fresco prima di servirla, possibilmente il giorno dopo della cottura.

Commenti

Unknown ha detto…
Buona buona la pastiera!!! :D
Rosario Diaz Araujo ha detto…
Hola Maria, estuve visitando tu blog. Fue un gusto conocerte y seguiré viniendo por aquí. Un abrazo!
mariuzza ha detto…
Un abrazo a ti... quiero escribirlo en español tambien, asì que serìa mas facil leer, para ti tambien. Gracias, un beso

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