Érase una vez

Érase una vez una niña gordita que se quedaba encantada delante a cada pastelería. Hay niños que se quedan así delante de otras cosas, escaparates de jugetes, dibujos animados, los colores, los animales... Pero esta niña, que también amaba las cosas normales de niños, se quedaba totalmente hipnotizada delante de los pasteles, de las tartas, de las galletas, como si estas cosas apartenecieran a un mundo magico, de habas, como si estas cosas la hicieran entrar en una dimensión diferente, donde no había algo malo.
Todo esto no lo había aprendido sola, no lo tenía en su cuerpo como un regalo genético: fue su mama la que le pasó la pasión para la pastelería, para los colores de las pastas, para las decoraciones, los glaseados, las cremas... Cada vez que salía con ella, ya sabía que las dos acababan de pararse delante de un escaparate para mirar con la boca abierta como el maestro pastellero había hecho todas aquellas maravillas.
Lo mas divertido era que, de vuelta a casa, a menudo su mama se ponía a hacer las mismas tartas para comprobar si de veras salían así, y ella, la niña, seguía todas las operaciones mirando el milagro de producir con ingredientes diferentes, y no particularmente amables, como harina, mantequilla, huevos y azúcar, algo nuevo y con pinta fenomenal.
Pues, la niña creció pero su pasión para la cocina en general y la pastelería en particular no se acabó. Aun hay días en los cuales solo el pensamiento de ponerse a preparar algo suave, oloroso y acojedor le cambia el humor, como estas trenzas de pan de leche, que solo llevan un olor de canela en la superficie y que están perfectas para el desayuno. La receta es una mezcla entre dos: una es de un pastelero argentino, Ricardo, que trabaja aquí en Madrid, la otra de una pastelera italiana, buenísima, que tiene un blog para mi irrenunciable.

Trenzas de pan de leche a la canela



(per 4 trenzas largas 25 cm)

600 g de harina
120 g de mantequilla
2 huevos
1 cubo de levadura de cerveza (25 g)
1 cucharadita de miel
220 ml de leche
1 limón
1 cucharadita de azúcar + 1 cucharada

calentamos la leche y cuando estará tibia derretimos en menos que un vaso el cubo de levadura junto con la cucharidita de azúcar.
En un bol bastante ancho ponemos la harina y, a continuación la miel, la cucharada de azúcar y la corteza de limón rallada; en este momento añadimos también los huevos ligeramente batidos, luego empezamos a incorporar muy despacio antes la leche con la levadura, después la sin levadura, aun tibia. Amasamos con las manos y añadimos la mantequilla muy suave (la sacamos del frigorífico una hora antes de empezar a amasar). Trabajamos durante 10 minuto: la masa tendrá que salir perfectamente lisa y elástica. Recogemos la masa formando una bola y la ponemos a leudar en una cacerola cubierta con un trapo limpio y en el horno apagado y cerrado durante 1 hora.
Después del primer leudado, tomamos la masa y la dividimos en 8 raciones que vamos a trabajar sobre una tabla de madera obteniendo 8 bastones. Ahora anudamos los bastones formando 4 trenzas que ponemos en una bandeja cubierta con papel para hornear; volvemos al horno y dejamos leudar para la segunda vez durante 1 hora y media.
Antes de hornear, pintamos la superficie de las trenzas con un poco de leche y espolvoreamos con una mezcla de azúcar y canela molida. Cocemos a 200 °C durante 35-40 minutos, luego apagamos, sacamos del horno y dejamos enfriar con un trapo limpio puesto encima de las trenzas para mantener la humedad de la masa.


In italiano per favore

C'era una volta

C'era una volta una bimba cicciottella che s'incantava davanti ad ogni pasticceria. Ci sono bambini che s'incantano davanti ad altre cose, le vetrine dei negozi di giocattoli, i cartoni animati, i colori, gli animali, però questa bimba, che pure amava le cose solite di bambini, restava completamente ipnotizzata davanti alle paste, alle torte, ai biscotti, come se questi appartenessero a un mondo magico, fatato, come se la facessero entrare in una dimensione diversa, dove non c'era spazio per nulla di brutto.
Non l'aveva imparato da sola, non era un regalo genetico: era sua mamma che le aveva insegnato la passione per la pasticceria, per i colori della torte, per le decorazioni, le glasse, le creme... Ogni volta che usciva con lei, finiva per fare tappa davanti alla vetrina di una pasticceria per osservare con attenzione e con la bocca aperta come il maestro pasticcere di turno aveva fabbricato quelle meraviglie di pazienza e perfezione.
E l'aspetto più divertente era che, una volta tornate a casa, spesso la mamma si metteva a rifare le stesse torte per vedere se davvero poteva ottenere lo stesso risultato; e lei, la bimba, seguiva tutte le operazioni osservando il miracolo di produrre, partendo da ingredienti diversi e non particolarmente appetibili, come farina, burro, uova e zucchero, qualcosa di nuovo e dall'aspetto meraviglioso.
Be', quella bimba è cresciuta, però la sua passione per la cucina e per la pasticceria in particolare non è passata. Ancora ci sono giorni in cui solo l'idea di mettersi a preparare qualcosa di morbido, profumato e avvolgente le cambia l'umore, proprio come queste trecce di pan de leche, che si portano dietro una nota di cannella e sono perfette per la prima colazione. La ricetta è un mix di due: una è di un pasticcere argentino, Ricardo, che lavora qui a Madrid, l'altra è di una pasticcera italiana bravissima, autrice di un blog che leggo sempre con grande piacere e interesse.

Trecce di pan de leche alla cannella



(per 4 trecce lunghe 25 cm)

600 g di farina
120 g di burro
2 uova
1 cubetto di lievito
1 cucchiaio di miele
220 ml di latte
1 limone
1 cucchiaino di zucchero + 1 cucchiaio

Scaldate il latte e quando sarà tiepido, sciogliete in meno di un bicchiere il cubetto di lievito con il cucchiaino di zucchero.
In una ciotola abbastanza capiente sistemate la farina e aggiungete il miele, il cucchiaio di zucchero e la buccia grattugiata del limone; a questo punto aggiungete le uova intere e leggermente sbattute, quindi cominciate a incorporare lentamente prima il latte con il lievito, poi quello senza. Impastate con le mani e aggiungete anche il burro morbido. Lavorate la pasta per almeno 10 minuti: l'impasto dovrà risultare perfettamente liscio ed elastico. raccogliete a palla, sistemate in una casseruola, coprite con uno strofinaccio pulito e mettete nel forno spento con lo sportello chiuso. Lasciate lievitare per 1 ora.
Trascorso questo tempo, prendete la pasta, dividetela in 8 porzioni e lavoratele su un piano di lavoro leggermente infarinato ricavando dei bastoni. Intrecciate i bastoni a due a due ricavando 4 trecce, quindi disponetele su una placca rivestita di carta forno e rimettetele nel forno spento a chiuso per un'altra ora e mezzo.
Dopo la seconda lievitazione, spennellate la superficie delle trecce con poco latte e spolverizzate con una miscela di zucchero e cannella. Informate le trecce a 200 °C per 35-40 minuti, spegnete, sfornate e lasciate raffreddare dopo aver coperto con uno strofinaccio che manterrà l'umidità delle briosche.

Commenti

Fausta ha detto…
buonissima! complimenti :)
Mariuzza ha detto…
grazie Fausta! la briosche è sempre la briosche: aveva ragione Maria Antonietta...:-)

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