Che fine ha fatto baby mariuzza?

Già, che fine ha fatto la signorina attempata che ha raccolto i suoi stracci in una cassa ed è rientrata in patria, lasciando alle spalle un pezzo di vita nel quale aveva fermamente creduto? Vive tempi rari, strani giorni, complessi, affascinanti, che si perdono gli uni negli altri, e nei pensieri che a ruota s'inseguono, si attorcigliano attorno alle cose da fare, alle decisioni da prendere, spesso senza arrivare ad una conclusione; oppure, quando la conclusione appare, semplicemente si dispongono lì attorno a aspettano, aspettano questi pensieri... Vivo giorni così, e non sempre me ne rendo conto. Viaggio, da quasi un mese, su e giù per la penisola inseguendo una chimera, e tra un treno e l'altro, tra una sosta e l'altra le sospensioni sono dolorose perché mi danno il tempo e lo spazio preciso che mi allontano da quella chimera sognata, nutrita per tanto tempo.
La realtà, la realtà che mi ostino a non vedere, in realtà m'ha già inchiodato.

Le he robado el alma al aire
para dártela en este suspiro


E forse quell'anima rubata è stata un po' sprecata, rubata senza ragione, inutilmente.
La realtà, la realtà è la cosa più difficile da accettare, e allo stesso tempo impossibile da ignorare, a meno di non ostinatamente continuare a sprecare energie e tempo, che ho già sprecato, energia e tempo preziosi entrambi per ricostruire, come in un dopoguerra, perché io sono nel pieno di un dopoguerra che non mi ha visto vincitrice.
Quello che c'era da combattere, in questa battaglia, è già stato combattuto, e non resta che plasmarsi, adeguarsi alle rovine, cercando di salvare il salvabile: me stessa. Nei momenti di tregua, in quegli sprazzi di lucidità che m'inchiodano alle cose così come stanno, come sempre mi allevia, mi placa, mi riconcilia respirare profondo e lasciare che le emozioni fluendo mi avvicinino al cibo, che ancora si lascia toccare, lavorare, trasformare, a seconda del mio stato d'animo.
Il mio viaggio sentimentale nella cucina, perciò, in questi giorni subisce battute d'arresto, deviazioni apportate dal mio stato d'animo, e oggi è più lento, rarefatto, si macchia più forte del mio umore, come sempre ha fatto, ma tra una pennellata e l'altra passa più tempo, quello che mi serve per raccogliere le forze.
Che fine ha fatto, dunque, baby mariuzza? Tiene botta e aspetta, spera, cerca un'idea, una casa, un'ispirazione, ma continua a sentirsi meglio quando cucina per gli altri.
Si sente meglio perché ancora riesce a esprimersi attraverso la materia che cucina, così come riesce a cucinarla. E così sia, per adesso.


Polpette di merluzzo e piselli con spinaci




Ingredienti per 4 persone:
750 g di merluzzo
150 g di piselli
1 patata (150 g)
1 uovo
maggiorana
850 g di spinaci freschi
1 pizzico di semi di finocchio
mezzo peperoncino
1 spicchio d'aglio
olio extravergine
1 vasetto di yogurt greco
mezzo limone
sale e pepe

Lessate il merluzzo in acqua leggermente salata per 8-10 minuti; a parte lessate per 10 minuti anche i piselli e la patata tagliata a dadini. In una ciotola mescolate il merluzzo sminuzzato con i piselli e la patata, aromatizzate con la maggiorana, legate il composto con l'uovo intero e frullate. Formate con l'impasto ottenuto delle polpettine, che poi passerete nella panatura di pinoli tritati e pangrattato. Lasciate riposare per 10 minuti.

In una padella scaldate 4 cucchiai d'olio con lo spicchio d'aglio in camicia e i semi di finocchio, quindi aggiungete gli spinaci freschi ben lavati e saltate a fuoco vivo per circa 6 minuti.

Scaldate abbondante olio di semi di girasole e friggete le polpette di pesce fino a che saranno ben dorate. Scolatele su carta assorbente e lasciatele intiepidire.

Nel frattempo emulsionate lo yogurt con 3 cucchiai d'olio extravergine e il succo di mezzo limone; condite la salsina con sale e pepe nero macinato.

Servite le polpette su un letto di spinaci e accompagnate con la salsina di yogurt.



En Español por favor


¿Qué fue de Baby Mariuzza?


Ya, ¿ que fue de la señorita mayor que recogió sus cosas en una caja y volvió a su País, dejando un pedazo de vida en el cual había tanto creído? Pues, vive tiempos ajenos, raros días, complejos, intrigantes, que se pierden uno en el otro, y en los pensamientos que siguen detrás, se enroscan alrededor de las cosas para hacer, de las decisiones para tomar, a menudo sin llegar a una conclusión ; o, cuando la conclusión aparece, simplemente se ponen allí y esperan, esperan estos pensamientos... Vivo días así, y no siempre me doy cuenta de lo que está pasando. Viajo desde casi un mes, arriba y abajo por la península, persiguiendo una quimera, y entre un tren y otro, entre una pausa y otra, las paradas son dolorosas porque me dan el tiempo y el espacio precisos que me alejan de aquella quimera soñada, nutrida durante mucho tiempo.
La realidad, la realidad que no quiero ver, en realidad ya me ha clavado.

Le he robado el alma al aire
para dártela en este suspiro


Y quizás este alma haya sido derrochada, malgastada, robada sin razón, inútilmente.
La realidad, la realidad es la cosa más dura para aceptar, y en el mismo tiempo imposible para ignorar, a menos que no siga obstinadamente desperdiciando energía y tiempo, que ya malgasté, energía y tiempo preciosos los dos para reconstruir, como en un posguerra, porque estoy en un posguerra que no me vio ganadora.
Lo que había para luchar, en esta batalla, ya se luchó, y solo queda amoldarse, ajustarse a las ruinas, intentando intentando salvar lo salvable: yo misma. En los momentos de tregua, en aquellos momentos fugaces de lucidez que me clavan a las cosas así como están, como siempre me alivia, me apacigua, me reconcilia respirar profundo y dejar que las emociones emociones fluían y me acerquen a la comida, que aún se deja tocar, plasmar, transformar según mi estado de animo.
Así que mi viaje sentimental en la cocina sufre, hoy en día, paradas, desviaciones causadas por mi estado de animo, y hoy este viaje es más lento, rarefacto, se mancha más de mi humor, como siempre hizo de verdad, pero entre una pincelada y otra pasa más tiempo, lo que necesito para recoger nueva s fuerzas.
Pues, ¿ que fue de baby mariuzza? Aguanta t espera, busca una idea, una casa, una inspiración, pero sigue sintiendose mejor cuando se pone a cocinar para los demás. Se siente mejor porque aún logra expresarse a través de la materia que cocina, así como puede cocinarla, con su flujo de sentimientos. Y Así sea, por ahora.


Albondigas de pescado con guisantes y espinacas




(para 4 personas)
750 g de merluza
150 g de guisantes
1 patata (150 g)
1 huevo
mejorana
850 g de espinacas frescas
1 pizca de semilla de hinojo
media guindilla
1 diente de ajo
aceite de oliva virgen extra
125 g de yogur griego
medio limón
sal y pimienta

Cocemos en agua salada hirviendo la merluza durante 8-10 minutos; a parte cocemos durante 10 minutos también los guisantes y la patata cortada en cubitos. En un bol mezclamos la merluza desmenuzada con los guisantes y la patata, añadimos una pizca de mejorana, el huevo entero y trituramos en la batidora. Vamos cogiendo la masa poco a poco y se le damos forma de albóndigas, luego las rebozamos con pan rallado y piñones triturados. Dejamos reposare durante 10 minutos.

En una sartén calentamos 4 cucharadas de aceite virgen extra con el diente de ajo (con la piel) y la pizca de semilla de hinojo, a continuación añadimos las espinacas bien lavadas y salteamos a fuego vivo durante 6 minutos.

Calentamos abundante aceite de girasol y freímos las albóndigas hasta que estén bien doradas. Una vez fritas, las ponemos en una fuente cubierta de papel absorbente para que absorba los excesos de aceite y las dejamos enfriar.

Mientras tanto, emulsionamos el yogur con 3 cucharadas de aceite de oliva virgen extra y el zumo de medio limón; salpimentamos a gusto.

Ponemos en los platos una capa de espinacas salteadas y encima unas albóndigas; servimos cada ración con la salsa de yogur

Commenti

BARBARA ha detto…
Queste polpette di merluzzo sono davvero diverse dalle solite; mi intriga molto l'accostamento dei sapori e delle consistenze...maggiorana, pinoli, piselli...un mix esplosivo!
Mariuzza ha detto…
spiego: la maggioirana sta bene con i piselli, e il merluzzo è basicamente un neutro, riceve bene gli aromi.
Gli spinaci saltati, croccanti, con i semi di finocchio mi piacciono molto.
I pinoli... un esperimento voluto per diminuire la percentuale di pangrattato, che i miei commensali non potevano mangiare.
:-)
acquaviva ha detto…
per ricostruire dalle macerie di una guerra esistono poche regole: darsi tempo, perdonarsi, ricominciare da sè. Poi anche i riti sociali aiutano, ma solo se ospiti, gesti e cibi contengono levità. E, almeno all'inizio, non implicano troppe parole.
I profumi sono meglio, per ora...
Mariuzza ha detto…
Effettivamente per adesso mancano le parole, si sono fatte meno frequenti. Ma cerco di non perdere la mano, e i profumi sì, aiutano :-)

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