Molto bene Italia!



Molto bene Italia ero io, fino a qualche mese fa, mentre seguivo il mio corso di pasticceria professionale, ma divertente, a Madrid. Juan, il mio maestro gallego, mi chiamava così oppure Rosario, perché Rosaria in spagnolo non esiste e Maria, chissà perché, non lo contemplava proprio come nome. Ma io tra “moltobeneitalia” e “rosario” preferivo decisamente il primo. Ho passato in quell'aula tre mesi, tutti i pomeriggi, dalle 16 alle 21 cercando di imparare il più possibile e conoscendo persone che adesso purtroppo non ho più modo di rivedere. Ho condiviso con quelle persone giornate sì e giornate no, tantissime risate, qualche passeggero dissapore e tanti, tantissimi dolci. Poi è finito il corso, ho cominciato a pensare al rientro, ho rivisto solo qualche compagna, un paio di volte, e me ne sono volata in Italia.
Caduto il sipario sull'esperienza spagnola, è cominciato l'atto della reintegrazione in terra italica: difficile, lenta, piena di dubbi. C'era da aspettarselo. Il lavoro, la casa, la città... mancano i classici preziosissimi punti fermi, si vive nell'incertezza, nella mancanza, e a volte mi sembrano passati anni da quando prendevo la metro ogni giorno alle 15, alla fermata de la Latina, per andare all'altro capo di Madrid a sfornare pani e brioche, eppure sono passati mesi, soltanto una manciata di mesi. Se poi ci si mette anche il tempo ballerino, poco estivo, nulla di più facile che insorgano giornate come questa, contraddistinte da una bella ondata di malinconia. E mi viene voglia di prendere il primo volo: rumbo "la capital", solo andata. Poi però mi ricordo di “moltobeneitalia”, dell'incredibile spirito ottimista del mio maestro, della sua ironia e della sua estroversione universale. E mi dico: moltobeneitalia, tieni botta! Sono tempi strani, avari, aridi, uggiosi. È l'età inquieta di chi non è più giovane ma neppure "maturo", incastrato tra quello che, a questo punto della vita, si dovrebbe avere e quello che, invece, si ha. È quest'epoca bislacca di crisi, riprese, scandali pubblici e privati, delusioni, solitudini, aspettative inattese, ed è chiaro che, se c'hai tanto tempo, tutto quello contenuto in 24 ore, per pensarci, be' l'istinto più naturale è la fuga: rumbo "la capital". Ma oggi sono uscita sotto un sole pallido stile ottobre, sono andata al mercato convinta che fosse autunno, col pantalone lungo e la felpa, ho comprato delle belle zucchine nostrane e un mazzetto di menta, profumatissimo. Poi nella bottega sotto casa ho comprato un pacco di fusilli lunghi di Benevento e un caprino fresco aromatizzato al pepe. Ho comprato il giornale e le cartine, e me ne sono tornata a casa. E ho fatto questo piatto di pasta “moltobeneitalia”, con i colori della nostra bandiera e i sapori belli freschi, che mi piacciono tanto. La chiamo così, moltobeneitalia, perché è facile, veloce e gustosa. Un ristoro appetitoso. A Juan sarebbe piaciuto e, come quando gli ho tirato fuori una strana bavarese "limone e caffè", o mi sono inventata una marmellata di albicocche all'amaretto di saronno, lui oggi mi avrebbe detto: “moltobeneitalia”.
Dunque questa è anche per te, Juan.

Fusilli moltobeneitalia



(per 3 persone)

250 g di fusilli lunghi
3 zucchine chiare
12 pomodori secchi
1 caprino al pepe
1 mazzetto di menta fresca
mezza cipolla di tropea
mezzo peperoncino
olio extravergine d'oliva
sale e pepe

Spuntate e grattugiate le zucchine. Tagliate finemente la cipolla. In una padella scaldate 4 cucchiai di olio evo con la cipolla e il mezzo peperoncino, quindi aggiungete le zucchine e lasciate cuocere a fuoco medio per circa 10 minuti. A fine cottura regolate di sale e pepe.

A parte, portate a bollore abbondante acqua salata e cuocetevi i pomodori secchi tagliati a pezzetti e i fusilli (ci vorranno circa 12 minuti). Schiacciate con una forchetta il caprino e lavoratelo a crema con qualche cucchiaio dell'acqua di cottura della pasta. Lavate, asciugate e tritate a coltello il mazzetto di menta fresca.

Scolate la pasta con i pomodori e versatela nella padella insieme con le zucchine. Saltate a fuoco vivo e mantecate con la crema di caprino, infine profumate con il trito di menta e servite subito.

Commenti

acquaviva ha detto…
confronti tra quel che si dovrebbe avere e quello che si ha?! Nonnonno! Attenta: stai sbagliando punto di vista!!!
Nessuno ha tracciato una vita ideale come riferimento obbligatorio per tutti e non ci sono fallimenti nel non aderire ai modelli comuni!
Riprendi piuttosto in mano la tua vita dal punto in cui sei, chiediti seriamente cosa ci vorresti dentro e poi lavora per ottenere quel tuo specifico obiettivo. Se invece non dipende da te... scegli di lavorare a qualcosa che puoi raggiungere con il tuo impegno. Il resto forse poi arriva da solo, magari in forme che non ti aspetti.
Mariuzza ha detto…
hai ragione, ma quando parlo di "quello che si dovrebbe avere" non mi riferisco tanto a modelli comuni, ma interiori, anzi più che modelli, esigenze personali, cioè proprio quel "cosa ci vorresti dentro". Ecco è quella cosa lì, quelle cose lì. Il lavoro interiore c'è, ma la croce, sempre e comunque, si fa con due bastoni.

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