Il ritorno del coniglio...

Perché sì, a volte ritornano anche i conigli... Il contest novembrino dell'MT Challenge verte sul coniglio alla cacciatora, ricetta proposta da Ginestra, la vincintrice dello scorso mese, con il beneplacito delle signore di Menù Turistico, ma ma ma... devo ammettere che la sfida mi mette un po' in difficoltà, perché il coniglio è ritornato nella mia cucina da poco tempo. Spiego: i ricordi negativi legati al cibo influenzano il nostro comportamento, anche alimentare, indipendentemente dalla bontà del cibo stesso. Vi suona strano? Forse non dovrebbe essere così, ma per me questa affermazione non solo è vera, bensì non necessita di alcuna spiegazione, è per così dire un assioma, se non fosse che a volte la vita, dopo tanto o poco tempo, ti mette sotto al naso un piatto con quello stesso alimento e, vuoi per il profumo, vuoi per la presentazione, vuoi per il sapore, improvvisamente cambi idea e torni ad abbandonarti; un po' come si fa con l'amore dopo una ferita cocente: di colpo si scorda tutto il male, e ci si riprova.
A me è capitato con la carne di coniglio:-) Non l'ho mai mangiata con entusiasmo, non avevo l'acquolina in bocca se mi dicevano che in tavola c'era il coniglio, ma neppure ho mai provato una vera e propria avversione per questa carne fino a quando, ormai molti anni fa, mi capitò di mangiare un coniglio arrosto che era praticamente crudo, e sapeva di selvaggio. Da allora non ho più mangiato coniglio; potevo trovarmi in casa di esperte cuoche o nella sala di ottimi ristoranti, la pietanza poteva essere magnificamente presentata, descritta con stuzzicante dovizia di particolari, ma io preferivo non provarla. Poi un giorno, di colpo e per caso, sono stata sedotta da un semplice coniglio in umido, profumato e saporito, che aveva cucinato mia zia, scegliendo una ricetta trovata su un vecchio numero (anno 2003) di Sale & Pepe. Il profumo, l'aspetto e poi il sapore di quel piatto mi hanno restituito la fiducia e, da allora, questa ricetta è diventata la mia maniera di cucinare il coniglio.
Il procedimento è quello di una cacciatora, nel senso che c'è una bella marinatura, tante erbe aromatiche e una cottura lenta, ma i sapori non sono quelli classici e il connubio sapiente di cipolla e prugne secche, legato al vino e alla nota di aceto, crea un risultato perfetto nel suo equilibrio. L'intingolo, poi, che si forma a fine cottura è uno di quelli che non smetteresti mai di raccogliere con un buon pezzo di pane o di gustare con una buona polentina morbida di contorno.


Coniglio con le prugne






(per 3 persone)

1 coniglio tagliato a pezzi
1 stecca di cannella
6 chiodi di garofano
noce moscata
4 foglie di alloro
qualche rametto di timo fresco
1 dl di aceto di vino bianco
5 dl di vino bianco
1 cipolla
180 g di prugne secche snocciolate
olio extravergine d'oliva
sale e pepe

Lavate il coniglio sotto l'acqua corrente, quindi tamponatelo con un telo da cucina e mettetelo in una ciotola; sbriciolatevi sopra la stecca di cannella, poi unite i chiodi di garofano, il timo, l'alloro e la noce moscata grattugiata.
Bagnate con il vino e l'aceto, coprite con pellicola per alimenti e lasciate marinare per 4-5 ore, girando di tanto in tanto i pezzi di carne.

A parte, sbucciate e tagliate non troppo sottile la cipolla, fatela "sudare" dolcemente in un tegame con 2-3 cucchiai di olio, poi, quando sarà diventata quasi trasparente, toglietela con un mestolo forato e tenetela da parte.
Mettete nello stesso fondo di cottura il coniglio ben sgocciolato dalla marinata, alzate la fiamma e fatelo rosolare bene prima di aggiungere la cipolla messa da parte. Salate, pepate e unite i rametti di timo e le foglie di alloro della marinata.
Nel frattempo, filtrate la marinata e mettetela a sobollire a fuoco basso in un pentolino: versatela sulla carne, coprite con un coperchio e cuocete per 50 minuti, allungando se necessario con qualche mestolo di acqua bollente.

Trascorso questo tempo, unite al coniglio anche le prugne denocciolate, quindi proseguite la cottura per altri 15 minuti, girando delicatamente di tanto in tanto. Servite la carne ben calda e irrorata con l'intingolo di cipolle e prugne.

Commenti

Stefania Oliveri ha detto…
Mia cara, io invece adoravo il coniglio... fino a quando non ho partecipato alla trasmissione "il ruggito del coniglio"... da allora, mi fa strano mangiarlo... tanto che avevo preparato un coniglio alle prugne come questo tuo e non l'ho mai postato...
Però mi sa che adesso riprendo...
Mariuzza ha detto…
... mi sa che mi devi spiegare perché la trasmissione ti ha allontanato dal coniglio perché sono proprio curiosa...
:-))
Flavia Galasso ha detto…
Proprio sabato a pranzo ho mangiato coniglio ripieno con prugne, castagne e fichi...troppo buono...e mi sa che prima proverò la tua ricetta...baci
Mariuzza ha detto…
eh non lo so, quest'anno impazza la prugna, non c'è che dire...:-)
acquaviva ha detto…
che bella ricetta... non fosse per vino e aceto sembrerebbe quasi una tajine marocchina!
Comunque è vero: una mattina ti svegli e ti accorgi con sorpresa che stai un pochino meglio, e da lì gradualmente ti risollevi.
Chissà perchè. L'importante comunque è che succeda...
Mariuzza ha detto…
Giusto. Forse invece che "il ritorno del coniglio", avrei dovuto titolare "il mistero del coniglio"...:-))

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