Gnocchi di semolino pasquali
Io a Pasqua gli gnocchi di semolino, o alla romana, proprio non li avevo mai mangiati. Cioè, dalle parti mie si va di pasta al forno con le polpettine, capretto o agnello, carciofi ripieni e spesso lampascioni (in dialetto "cipollizze"). Roba leggera, per intenderci, di quella che ti riprendi dopo 12, 24 ore (praticamente quando è già ora di ricominciare con il pranzo al sacco della pasquetta...).
Ma per fortuna o per sfortuna, quest'anno sono rimasta a Bologna, parenti vari non mi hanno raggiunto e io non ho raggiunto loro, perciò mi sono dovuta inventare un pranzo di Pasqua non meridionale, con quello che avevo a disposizione, e con la consapevolezza che non avrei assolutamente voluto e potuto saltare anche la sfida di aprile promossa da Menù Turistico e dedicata – manco a dirlo! – agli gnocchi di semolino.
Perciò, il mio pranzo di Pasqua ha visto come piatto forte una versione rivisitata, e colorata, dei classici gnocchi alla romana.
Ripescando nella memoria, in casa mia il semolino è passato solo quando mia sorella era piccola, e mi ricordo, infatti, varie scodellate di questa pappetta bianca dalla dubbia consistenza; il sapore non era male, sapeva di latte, di burro e di formaggio, ma, insomma, per me che ero già stata svezzata col peperoncino, e ormai viaggiavo verso sapori ben più definiti, ecco, il semolino non constituiva certo una di quelle cose alle quali non potevo resistere. Giusto, ogni tanto, ne rubavo qualche cucchiaiata, più per dispetto verso l'infante parente che per gola o per fame. E di una cosa son sicura: teglie di gnocchi alla romana sulla tavola di casa mia non ci sono mai state. Così, quando ho visto il tema del mt del mese di aprile, mi sono subito incuriosita, sono andata a leggermi la ricetta principe, quella di Araba Felice e mi sono messa a pensare alle possibili variazioni, perché tutto bianco a Pasqua... no, tutto bianco, per quanto buono, non mi andava proprio di fare, né mi andava di proporre una versione dolce. Dunque ho provato a metterci il sapore e il colore di una verdura di stagione che mi piace particolarmente: gli asparagi, e poi a condire, o meglio, farcire la teglia con un salame che ho scoperto da poco: lo stuzzicante strolghino della bassa parmense. Come dire, sempre gnocchi di semolino sono, ma verdi, intramezzati da fettine di salame, conditi con parmigiano e taleggio, e decorati con le punte degli asparagi sbollentate. La preparazione non è stata particolarmente laboriosa né lunga (in tutto un'ora e mezza), e il risultato, devo dire, pienamente soddisfacente. Tra l'altro, cambiando la verdura si può variare all'infinito la base del semolino... e già sto elaborando la prossima teglia...
Gnocchi di semolino agli asparagi con strolghino e taleggio
1 l di latte più qualche cucchiaio
250 g di semola per gnocchi alla romana
50 g di burro
100 g di parmigiano
100 g di taleggio stagionato
noce moscata
1 mazzo di asparagi sottili
90 g di strolghino
sale
Sbollentate in acqua salata per 8-10 minuti gli asparagi ancora legati a mazzo e già privati delle parti più legnose, lasciando fuori dall'acqua le punte, che si cuoceranno ugualmente per il vapore. Scolate, tagliate e mettete da parte le punte, quindi tagliate a pezzetti il resto e frullate ricavando un purè denso.
Portate a bollore 1 l di latte con un po' di sale grosso, quindi versatevi a pioggia la semola, metà del burro e poca noce moscata. Proseguite la cottura per 20 minuti e, a questo punto, unite metà del parmigiano, la purea di asparagi e qualche altro cucchiaio di latte. Cuocete mescolando per altri 2-3 minuti, quindi spegnete il fuoco e incorporate 3 tuorli. Versate il composto in una pirofila rettangolare inumidita con acqua fredda, livellate con le mani pure bagnate o con la lama di un coltello, lasciate raffreddare per 15 minuti, poi capovolgete su un panno umido e ricavate gli gnocchi con un tagliabiscotti tondo.
Imburrate una teglia e fate un primo strato di gnocchi, adagiate su ogni gnocco un pezzetto di taleggio e, a seguire, una o due fettine di salame. Coprite con un secondo strato di gnocchi, quindi spolverizzate con il resto del parmigiano, condite con qualche fiocchetto del burro rimanente, e decorate con le punte degli asparagi messe prima da parte. Infornate a 180 °C per 30 minuti e servite caldo o, meglio, tiepido.
Ma per fortuna o per sfortuna, quest'anno sono rimasta a Bologna, parenti vari non mi hanno raggiunto e io non ho raggiunto loro, perciò mi sono dovuta inventare un pranzo di Pasqua non meridionale, con quello che avevo a disposizione, e con la consapevolezza che non avrei assolutamente voluto e potuto saltare anche la sfida di aprile promossa da Menù Turistico e dedicata – manco a dirlo! – agli gnocchi di semolino.
Perciò, il mio pranzo di Pasqua ha visto come piatto forte una versione rivisitata, e colorata, dei classici gnocchi alla romana.
Ripescando nella memoria, in casa mia il semolino è passato solo quando mia sorella era piccola, e mi ricordo, infatti, varie scodellate di questa pappetta bianca dalla dubbia consistenza; il sapore non era male, sapeva di latte, di burro e di formaggio, ma, insomma, per me che ero già stata svezzata col peperoncino, e ormai viaggiavo verso sapori ben più definiti, ecco, il semolino non constituiva certo una di quelle cose alle quali non potevo resistere. Giusto, ogni tanto, ne rubavo qualche cucchiaiata, più per dispetto verso l'infante parente che per gola o per fame. E di una cosa son sicura: teglie di gnocchi alla romana sulla tavola di casa mia non ci sono mai state. Così, quando ho visto il tema del mt del mese di aprile, mi sono subito incuriosita, sono andata a leggermi la ricetta principe, quella di Araba Felice e mi sono messa a pensare alle possibili variazioni, perché tutto bianco a Pasqua... no, tutto bianco, per quanto buono, non mi andava proprio di fare, né mi andava di proporre una versione dolce. Dunque ho provato a metterci il sapore e il colore di una verdura di stagione che mi piace particolarmente: gli asparagi, e poi a condire, o meglio, farcire la teglia con un salame che ho scoperto da poco: lo stuzzicante strolghino della bassa parmense. Come dire, sempre gnocchi di semolino sono, ma verdi, intramezzati da fettine di salame, conditi con parmigiano e taleggio, e decorati con le punte degli asparagi sbollentate. La preparazione non è stata particolarmente laboriosa né lunga (in tutto un'ora e mezza), e il risultato, devo dire, pienamente soddisfacente. Tra l'altro, cambiando la verdura si può variare all'infinito la base del semolino... e già sto elaborando la prossima teglia...
Gnocchi di semolino agli asparagi con strolghino e taleggio
1 l di latte più qualche cucchiaio
250 g di semola per gnocchi alla romana
50 g di burro
100 g di parmigiano
100 g di taleggio stagionato
noce moscata
1 mazzo di asparagi sottili
90 g di strolghino
sale
Sbollentate in acqua salata per 8-10 minuti gli asparagi ancora legati a mazzo e già privati delle parti più legnose, lasciando fuori dall'acqua le punte, che si cuoceranno ugualmente per il vapore. Scolate, tagliate e mettete da parte le punte, quindi tagliate a pezzetti il resto e frullate ricavando un purè denso.
Portate a bollore 1 l di latte con un po' di sale grosso, quindi versatevi a pioggia la semola, metà del burro e poca noce moscata. Proseguite la cottura per 20 minuti e, a questo punto, unite metà del parmigiano, la purea di asparagi e qualche altro cucchiaio di latte. Cuocete mescolando per altri 2-3 minuti, quindi spegnete il fuoco e incorporate 3 tuorli. Versate il composto in una pirofila rettangolare inumidita con acqua fredda, livellate con le mani pure bagnate o con la lama di un coltello, lasciate raffreddare per 15 minuti, poi capovolgete su un panno umido e ricavate gli gnocchi con un tagliabiscotti tondo.
Imburrate una teglia e fate un primo strato di gnocchi, adagiate su ogni gnocco un pezzetto di taleggio e, a seguire, una o due fettine di salame. Coprite con un secondo strato di gnocchi, quindi spolverizzate con il resto del parmigiano, condite con qualche fiocchetto del burro rimanente, e decorate con le punte degli asparagi messe prima da parte. Infornate a 180 °C per 30 minuti e servite caldo o, meglio, tiepido.
Commenti
ho iniziato a ridere dalla terza riga e mi sono capottata sullo svezzamento col peperoncino! Grandissima, davvero. E la tua ricetta non è da meno, nè in colore, nè in sapore, nè in robustezza :-) .. anche perchè nella regione dove abiti si difendono bene, quanto a piatti ricchi!
Lo strolghino mi manca- e sento che bisognerà correre ai ripari al più presto.
Un mega grazie e ancora tanti auguri
ale