Biscottini al caffè

Anni fa, quando mi occupavo di editoria gastronomica, ho avuto la fortuna di lavorare ad un libro dedicato al caffè. L'ho fatto fin da subito con grande piacere, perché io amo il caffè. Ed è genetico, o quasi. Mia madre aveva una piccola, splendida voglia di caffè sul viso, quasi a forma di chicco, come quella della pubblicità pellini di qualche anno fa, e io mi ricordo che, quando ero piccola, e per piccola intendo sotto i 10 anni di età, lei si concedeva il piacere di una tazzina pù volte al giorno: con le prime gocce che sgorgavano dalla moka, lei batteva forte forte lo zucchero (un paio di cucchiaini) ottenendo una crema densa e spumosa, dall'aroma inconfondibile. Su questa crema versava il suo caffè, poi si sedeva, accavallava le gambe e si abbandonava a quel piacere caldo e corroborante. Inizialmente penso d'averla guardata un po' stranita, e poi ho preso a invidiarla, volevo sapere anch'io cosa c'era di tanto buono in quella tazza... Deve essere stato per questo che un giorno le ho chiesto di poter provare quella bevanda magica, e lei chiaramente ha acconsentito, spalancandomi un mondo. Da allora ho sempre bevuto caffè, trovato inebriante il suo profumo e confortevole il suo sapore. E non sono mai riuscita a farne a meno per più di una settimana o due, anche quando mi era stato caldamente consigliato di farlo. Ma i miei guai gastrici non dipendevano dal caffè, nè tantomeno la mia insonnia.
Quando poi, per lavoro, ho dovuto imparare tutto quanto c'è intorno al caffè, oltre che dentro al caffè, ho capito che, come la maggior parte delle cose, nelle giuste dosi non può far male, e ho appreso la storia di questa antica pianta, la sua origine geografica, gli stili della bevanda che se ne ricava, e ho avuto modo di avvicinarmi alla degustazione di quest'ultima. Premessa: io preferisco la moka, è più affine alla mia natura, è bevanda d'estrazione meno rapida (per l'esatezza: percolazione), più meditativa. Ma la degustazione mi ha dato modo di conoscere le differenze, principalmente tra una bevanda estratta dall'arabica e una dalla robusta. Ho assaggiato arabiche latino americane dai sentori dolci e quasi cioccolatosi, e arabiche africane (le migliori, secondo me) leggermente più acidule ma ben bilanciate da un ottimo corpo. Sono passata così ai mono origine, cioè non compro più miscele, ma opto per caffè provenienti da una sola pianta, anche per la mia piccola moka. Ed è stato proprio il profumo dell'ultima arabica acquistata che mi ha suggerito di impastare questi biscottini. L'arabica del Nicaragua in questione mi ha sorpreso: è stata coltivata a 1500 metri sul livello del mare, e ha un gusto morbido, ma si mantiene intensa ed è persistente al palato come un'africana. Non vi dirò la marca né dove l'ho comprata, ma vi invito a sperimentare i mono origine, che oggi si trovano in commercio abbastanza facilmente. Bevete poco caffè, ma bevetelo buono. E se siete dei coffee addicted, come me, allora non bevetelo soltanto, ma declinatelo in cucina:-))

Biscottini mandorla caffè




100 g di burro
100 g di farina di mandorle
150 g di farina 00
1 uovo
4 cucchiai di zucchero
1 cucchiaino di polvere di caffè

In una ciotola impastate con la punta delle dita il burro freddo tagliato a pezzettini con le farine, ottenendo un composto bricioloso, quindi aggiungete lo zucchero e poi l'uovo. Lavorate fino a che il tutto sia sodo ed elastico, raccogliete a palla, avvolgete in pellicola antiaderente e lasciate riposare in frigo per almeno 30 minuti.

Trascorso questo tempo, riprendete la frolla, lavoratela con le mani per ammorbidirla e profumatela con il caffè in polvere. Impastate bene perché la pasta assorba tutta la polvere, quindi stendetela allo spessore desiderato e ricavate dei biscottini, da cuocere su placca da forno a 180-190 °C per 15-20 minuti.

Commenti

Barbara Palermo ha detto…
Mamma mia me li mangerei tutti, li adoro ancor prima di averli provati!!
E adoro.. la cremina fatta con le prime gocce del caffè elo zucchero... che voglia... ma adesso è tardi, se prendo ora un caffè... non dormo stanotte!
Mariuzza ha detto…
e infatti è l'unica regola che seguo: dopo le 16.00, per me niente caffè, anche se, in realtà, l'effetto della caffeina nell'organismo dura 4 ore...

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