Scaldacuore




In questi giorni mi viene sempre in mente il titolo di un libro bellissimo, che lessi tanti anni fa: L’amore ai tempi del colera, di G.G. Màrquez.
Mi ronza in testa perché credo sia abbastanza facile sentirsi "ai tempi del colera" adesso, cioè in una situazione di emergenza che non si poteva prevedere e che sta avendo conseguenze devastanti. Mi chiedo spesso: come era tanto tempo fa, ai tempi del colera o della spagnola o in altre latitudini, anche in tempi più recenti, com'è sapere che la tua vita è a rischio, elevato, di cessare a causa di un virus? E come doveva essere o com'è amare qualcuno quando una causa di forza maggiore te lo impedisce, ti allontana o, peggio, quando una pandemia mette direttamente e senza distinzioni in pericolo le persone amate? Com’è, insomma, amare col nuovo SARS Co-V-2  in circolazione? Beh, credo sia prima di tutto necessario, ecco com'è, necessario per sopravvivere. E non c'è bisogno che ci sia un fidanzato, un compagno, un figlio, un padre, un amico. Basta amare se stessi e l'altro da sé allo stesso modo, rispettarsi e rispettarlo, proteggersi e proteggerlo, accudire e accogliere la paura, altrui e propria, per andare avanti e affrontare le incertezze. Tutti noi abbiamo in questi giorni up and down, momenti sì e momenti di panico, di grande preoccupazione, ma dobbiamo superarli, abbiamo questo dovere nei confronti dei moltissimi che da questo virus sono già stati toccati. E non penso solo alle migliaia di contagiati, ma pure ai familiari impotenti, che non li possono più accudire né ascoltare;  penso a quelli che, spesso contro una scarsità di mezzi e di attenzione, si stanno spendendo giorno dopo giorno nella lotta a questo virus bastardo, subdolo e letale. Penso a loro, ai medici, agli infermieri, agli ausiliari, a quelli che ci stanno permettendo di sopravvivere grazie al loro sacrificio. Penso a loro e mi dico: dobbiamo proteggerci e proteggere chi amiamo. Dobbiamo rispettare l'altro come dobbiamo rispettare noi stessi.  È questo - secondo me - il messaggio più rivoluzionario, profondo e innovatore della storia dell'umanità. E facciamoci forza, non arrendiamoci alla paura, ma teniamocela a fianco come un'alleata, non stiamo nel vuoto e nell'inerzia.
Io adesso mi trovo lontano dai miei affetti e a volte penso: se potessi, partirei. Vorrei essere lì con loro. Poi mi dico: ma dove vai, che tanto manco potresti andare ad abbracciarli? E allora provo a "fare" qualcosa, qualunque cosa, anche se sono le tre del mattino e mi pare brutto fare rumore. E tra le poche cose che riescono a distrarmi e a darmi un po' di sollievo e serenità c'è la mia amata cucina, così con quello che ho monto, impasto, verso, ed è il mio piccolo, personalissimo modo per creare una realtà diversa, parallela a questa.
Ieri sera, perciò, dopo una giornata trascorsa a fare e ricevere videochiamate, ho impastato un'altra brioche: la massa è simile a quella babka, la famosa brioche medio orientale farcita con una crema di cioccolato, ma poiché non avevo in casa abbastanza frutta secca per il ripieno, ho pensato di fare una farcia completamente diversa, che non ha nulla a che vedere con quella del babka: latte condensato e caffè.
L'impasto ha fermentato tutta la notte in frigo, poi ha avuto una prima lievitazione in ciotola di un'ora e 30 minuti, e una seconda in stampo, a babka già formato, di un'altra ora e 15 minuti, ma sostanzialmente dipende dalla temperatura della vostra casa. All'uscita ho lucidato la brioche con uno sciroppo al marsala. Inutile dire che la brioche è sofficissima e, una volta raffreddata, si può anche congelare, come ho fatto io, per averla a disposizione ogni qualvolta ci si vuole confortare con qualcosa di morbido, dolce e profumato.

Brioche con latte condensato e caffè o Babka di Mariuzza




(Ingredienti per 4 stampi da cake da 16 cm)
600 g di farina 0
8-10 g di lievito di birra fresco
250 ml di latte
180 g di uova
75 g di burro morbido
5 g di sale
1 limone
latte condensato
caffè solubile
marsala
acqua
zucchero

In planetaria, utilizzando il gancio, mescolare la farina con lo zucchero e il lievito sbriciolato, quindi unire, poco per volta, il latte a temperatura ambiente e, una volta che sia ben incorporato, le uova, sempre uno per volta. Aumentare leggermente la velocità e far incordare per 8-10 minuti, quindi incorporare, sempre poco per volta il burro molto morbido. Quando il burro sarà completamente assorbito, unire la scorza del limone grattugiata e, per ultimo, il sale. Far girare qualche altro secondo perché gli ultimi ingredienti siano perfettamente assorbiti e spegnere. Versare l'impasto, che risulterà morbido ma leggermente appiccicoso, in una ciotola unta d'olio, coprire con pellicola e mettere in frigo. Lasciar riposare durante tutta la notte o almeno 8 ore.
Al mattino, togliere la ciotola dal frigo e passarla, dopo aver eliminato la pellicola, nel forno spento. Far lievitare per almeno 1 ora e 30 minuti. A questo punto stendere delicatamente sul piano di lavoro, cercando di ottenere 2 rettangoli della stessa grandezza. Ricoprire ogni rettangolo con uno strato di latte condensato (io ne ho utilizzato circa 100 g a rettangolo), quindi spolverizzare con 1 cucchiaino o più, a gusto, di caffè solubile. Arrotolare dal lato lungo del rettangolo e compattare le estremità fino a  ottenere un cilindro il più possibile regolare. A questo punto avrete due cilindri uguali e, con un coltello, tagliate ciascuno in due in senso longitudinale, quindi intrecciate le due metà ottenute cercando di far restare al centro la parte interna farcita. Spingere in basso le estremità della treccia ottenuta e dividere ogni treccia a metà: dovrete ottenere 4 trecce, che disporrete negli stampi previamente imburrati. Sistemate gli stampi sul tavolo o sul piano di lavoro, coprite con un canovaccio e lasciate lievitare almeno per un'altra ora (io 1 ora e 15 min). Trascorso questo tempo, infornate a 175 gradi e cuocete per 35 minuti. Durante la cottura preparate uno sciroppo con 125 g di acqua, 200 g di zucchero e marsala o rum a gusto (io un paio di cucchiai). Lasciatelo sobbollire per un paio di minuti, quindi spegnete e lasciate intiepidire.
A cottura ultimata, togliete gli stampi dal forno e spennellate ogni brioche abbondantemente con lo sciroppo. Coprite con un telo e fate raffreddare. Una volta ben fredda, potete anche congelarle.


🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸🇪🇸
En estos días siempre tengo por la cabeza el título de un libro muy bonito, que leí hace muchos años: El Amor en los tiempos del cólera, de G.G. Márquez.
Le doy vueltas porque creo que, en estos días es bastante fácil sentirse "en los tiempos del cólera", es decir, en una situación de emergencia que no se podía de alguna manera prever y que tiene ya consecuencias devastadoras. A menudo me pregunto: ¿cómo fue - hace mucho tiempo - en la época del cólera o de la mortifera gripe española o incluso en tiempos más recientes en otras latitudes pero cerca de nosotros, cómo fue o cómo es saber que tu vida está en peligro debido a un virus? ¿Y cómo fue o cómo es amar a alguien cuando por fuerza mayor algo te impide, te aleja o, peor aún, cuando una pandemia pone a tus seres queridos directamente en riesgo y sin alguna distinción? En resumen, ¿cómo es amar con el nuevo SARS Co-V-2 en circulación? Bueno, creo que más que preguntarse cómo es, sì es necesario, antes que nada, seguir amando para sobrevivir. Y no tiene que haber un novio, una pareja, un hijo, un padre o un amigo. Solo es suficiente amarte a ti mismo y a los demás, respetarte y respetarlos, protegerte y protegerlos, cuidar y acoger el miedo tuyo y de los demás, para seguir adelante y enfrentar las incertidumbres. Todos tenemos en estos días momentos de up and down, momentos de pánico, de gran preocupación, pero debemos superarlos, tenemos este deber sobre todo respecto a los muchos que ya han sido afectados por este virus. Y no estoy pensando solo en las miles de personas contagiadas, sino también en los familiares impotentes, que no pueden cuidar de ellos ni escucharlos ya; pienso en aquellos que, a pesar de la escasez de medios y de atención, se están gastando día tras día su propia vida en la lucha contra este virus bastardo, astuto y letal. Pienso en ellos, en los médicos, las enfermeras, los auxiliares, en aquellos que nos permiten sobrevivir gracias a su sacrificio. Pienso en ellos y me digo: debemos protegernos y proteger a los que amamos. Debemos respetar al otro como debemos respetarnos a nosotros mismos. Este es, en mi opinión, el mensaje más revolucionario, profundo e innovador de la historia de la humanidad. Fuerza!, no nos rindamos al miedo, tenemos que mantenerlo a nuestro lado como un aliado, no nos quedamos en el vacío y en la inercia.
Ahora me encuentro lejos de mis afectos y a veces pienso: si pudiera, hoy me iría. Me gustaría estar allí con ellos. Pero enseguida me digo a mí misma: ¿a dónde vas, para que, si ni te van a permitir abrazarlos? Así que trato de "hacer" algo, cualquier cosa, incluso si son las tres de la mañana y me sabe mal molestar a los vecinos. Y entre las pocas cosas que logran todavía distraerme y darme un poco de alivio y serenidad está mi amada cocina, así que me pongo a batir, mezclar, verter y amasar. Es mi pequeña forma, muy muy personal, de crear una realidad diferente, paralela a esta.
Así que anoche, después de pasar un día haciendo y recibiendo video llamadas, preparé otro brioche: la masa es similar a la del babka, el famoso bollo medio oriental, pero como no tenía suficientes frutos secos en casa, pensé en elaborar en un relleno completamente diferente, que no tiene nada que ver con lo del babka: leche condensada y café instantáneo.
La masa fermentó toda la noche en la nevera, luego tuvo otra fermentación  en el bol a temperatura ambiente durante una hora y 30 minutos, y una tercera en los moldes, cuando ya los babkas estaban formados, durante otra hora y 15 minutos, pero básicamente depende de la temperatura de tu hogar. Fuera del horno, he dado brillo a los brioches con un jarabe al sabor de vino Marsala. No hace falta decir que el brioche es muy esponjoso y, una vez enfriado, también se puede congelar, cómo hice yo, para tenerlo siempre disponible, cada vez que queráis consolar os con algo suave, dulce y fragante.


Brioche con leche condensada y café o Babka de Mariuzza




(Ingredientes para 4 moldes de cake de 16 cm)
600 g de harina 0
8-10 g de levadura de cerveza fresca
250 ml de leche
180 g de huevos
75 g de mantequilla pomada
5 g de sal
1 limón
leche condensada
café instantáneo
Marsala
agua
azúcar

En una amasadora, usando el gancho, mezclar la harina con el azúcar y la levadura desmenuzada, luego agregar gradualmente la leche a temperatura ambiente y, una vez que esté bien incorporada, los huevos, siempre uno a la vez. Aumentar ligeramente la velocidad y dejar que la masa gire durante 8-10 minutos, luego incorporar la mantequilla pomada, poco a poco. Cuando la mantequilla se haya absorbido por completo, agregar la ralladura de limón y finalmente la sal.
Girar unos segundos más para que los últimos ingredientes se absorban perfectamente y apagar. Verter la masa, que será suave pero ligeramente pegajosa, en un bol engrasado con aceite, cubrir con film plastico y poner en la nevera. Dejar fermentar durante toda la noche o al menos 8 horas.

Por la mañana, retirar el bol de la nevera y ponerlo, después de quitar el film plastico, en el horno apagado. Dejar fermentar durante al menos 1 hora y 30 minutos. En este punto, extender la masa sobre la superficie de trabajo, tratando de obtener 2 rectángulos del mismo tamaño. Cubrir cada rectángulo con una capa de leche condensada (usé aproximadamente 100 g para cada rectángulo), luego espolvorear con 1 cucharadita o más, al gusto, de café instantáneo. Enrollar del lado largo del rectángulo y compactar los extremos hasta que el cilindro de masa sea lo más regular posible. Ahora tendremos dos cilindros idénticos y, con un cuchillo, cortamos cada uno en dos en el sentido longitudinal, luego entrelacemos las dos mitades obtenidas tratando de mantener la parte interna, rellena, en el centro de nuestra trenza. Empujamos hacia abajo los extremos de la trenza obtenida y dividimos cada trenza por la mitad: tenemos que obtener 4 trenzas, que colocaremos en los moldes previamente untados con mantequilla. Coloquemos los moldes sobre la mesa, cubrimos con un paño y dejamos fermentar una vez mas durante al menos otra hora (para mi 1 hora y 15 minutos). Después de este tiempo, horneamos los brioches a 175 grados durante unos 35 minutos. Durante la cocción, preparamos un jarabe con 125 g de agua, 200 g de azúcar y vino Marsala o ron al gusto (yo he puesto un par de cucharas). Dejamos que hierva a fuego lento durante un par de minutos, luego apagamos y dejamos que se enfríe.

En cuánto los brioches estén cocidos, sacamos los moldes del horno y damos a cada brioche abundantemente con el jarabe para que cojan brillo. Cubrimos con un paño y dejamos enfriar.
Una vez que estén bien fríos, también podemos congelarlos.

Commenti

Post più popolari